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Valle d’Aosta e Sistema Europa: Realtà agro-alimentare valdostana

Valle d'Aosta e Sistema Europa

Come Assessore all’Agricoltura mi sono costantemente confrontato con il Sistema Europa, comprendendo subito quanto fosse spesso difficile che la normativa europea potesse rispondere in maniera adeguata alle piccole realtà, come quelle della nostra Regione.

Quella della Valle d’Aosta è una dimensione molto particolare, in termini morfologici, culturali ed economici. Mi sono dunque reso conto di quanto fosse necessario rappresentare direttamente alla Commissione europea, come del resto ad altre istituzioni, tanto nazionali quanto sovranazionali, le nostre specificità, il nostro patrimonio culturale e le necessità del nostro territorio.

Queste considerazioni riguardano tutte le tematiche sulle quali ho molto lavorato in due anni di Assessorato, con qualche risultato di grande soddisfazione e parallelamente con la constatazione che sia appunto essenziale raggiungere e mantenere un proficuo dialogo diretto con gli uffici di Bruxelles.

Mi soffermo qui su alcune:

  • Il Complemento di Sviluppo Rurale 2023/2027 e la Politica Agricola Comune
  • Il Fondo AGRI-CAT
  • Il Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale

Per quanto attiene al Complemento di Sviluppo Rurale 2023/2027 il mio impegno incessante è stato proprio quello di portare sui tavoli decisionali europei, nonché del MASAF – Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, le esigenze del nostro territorio di montagna caratterizzato da complessità, difficoltà e svantaggi di carattere morfologico, logistico e demografico.

La programmazione del CSR 2023/27, si è concretizzata nel corso del 2024 grazie ad un percorso partecipato che ci ha permesso di intervenire in maniera puntale cercando, nei limiti del possibile, di adattare questo documento alla realtà e alle esigenze concrete degli agricoltori e degli allevatori valdostani, rendendolo sempre più attuale e vicino alle aziende.

Come Regione, attraverso il confronto con il MASAF e con le altre Regioni, abbiamo ottenuto di “regionalizzare” gli interventi del Piano nazionale, ovvero a far sì che ognuno di essi venisse applicato al nostro territorio in modo da rispettarne le peculiarità e portare reali vantaggi alla realtà locale.

Ho inoltre fortemente voluto l’organizzazione di incontri diretti sul territorio valdostano, proprio per consultare i protagonisti del mondo agricolo valdostano e confrontarmi con loro relativamente alle esigenze del settore.

Grazie a questi confronti, è stato possibile inviare la richiesta di un pacchetto di modifiche al MASAF ottenendone, dopo un lungo iter, l’approvazione da parte della CE il 30 settembre 2024.

Voglio sottolineare il maggior valore ambientale che si è scelto di attribuire ai prati e ai pascoli valdostani, incentivando la transizione dall’agroambiente al biologico, che oggi, grazie all’adesione di circa 450 aziende e la copertura di circa 25mila ettari, ha consentito alla Valle d’Aosta di raggiungere il primato, a livello italiano, in termini di superficie biologica. Detto passaggio ha finalmente certificato la “biologicità” delle nostre superfici prato-pascolive.

Relativamente alla PAC attuale e futura, a livello europeo e nell’ambito delle politiche promosse dall’Unione Europea, l’Assessorato ha portato la voce della Valle d’Aosta nelle consultazioni RegHub del Comitato delle Regioni ribadendo più volte in questi contesti quanto sia pericoloso allontanare le politiche europee e gli strumenti di programmazione dal livello territoriale, soprattutto per quel che riguarda le politiche di sviluppo rurale e locale, storicamente gestite con programmi regionalizzati, al pari degli altri Programmi a cofinanziamento europeo come il FESR e l’FSE.

Per quanto attiene al Fondo AGRI-CAT, l’interazione istituzionale con predetti Enti è stata particolarmente attiva in occasione degli eventi calamitosi che hanno colpito il nostro territorio il 29 e 30 giugno 2024 e poi hanno nuovamente interessato i boschi, i sentieri e i pascoli valdostani, il 16 e 17 aprile 2025.  I colloqui diretti con il Ministro, le relative Direzioni ministeriali e con il Coordinatore della Commissione politiche agricole della Conferenza delle regioni e delle Province autonome, non sono stati risolutivi.

Purtroppo le aziende valdostane colpite e in possesso di un fascicolo aziendale attivo sul SIAN non hanno potuto beneficiare dell’aiuto previsto dal Fondo, poiché

  • tali aiuti ammettono esclusivamente eventi alluvionali come le esondazioni,
  • e non considerano e non comprendono né eventi franosi né slittamenti di terreno, fenomeni, questi, caratteristici della morfologia del nostro territorio.

Questa lettura dell’utilizzo del Fondo mi spinge a ribadire quanto sia necessario interloquire direttamente con gli uffici di Bruxelles, senza la mediazione con gli uffici nazionali, per richiedere agli uffici europei competenti che alcune peculiarità inerenti al territorio valdostano vengano prese in considerazione sin dalla stesura delle programmazioni.

Mi sembra quindi di fondamentale importanza che si continui a lavorare congiuntamente a livello regionale per

  • conseguire il rafforzamento delle misure di protezione contro i rischi climatici e gli eventi atmosferici estremi;
  • e consentire l’accesso a strumenti realmente calibrati sulle specificità, garantendo maggiore resilienza economica e ambientale.

Per quanto attiene alla prossima programmazione agricola europea, alla luce della comunicazione strategica della Commissione europea sul futuro del sistema agroalimentare dell’UE al 2040, ritengo essenziale ribadire il ruolo delle Regioni, in particolare delle realtà di piccola dimensione ma di alta valenza territoriale come la Valle d’Aosta, proprio per ottenere misure e applicazione di tali misure sempre più rispondenti alle reali esigenze di ciascun territorio, con le sue specificità e le sue casistiche oggettivamente diverse e svariate.

Per quanto attiene al Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (SQNBA), l’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali ha svolto un ruolo attivo e determinante, intervenendo sul CSR  con l’innalzamento del limite dei capi allevati a 90 nel decreto ministeriale ad esso relativo… una soglia, questa, che ha consentito di includere la maggior parte degli allevamenti valdostani nel sistema di certificazione, garantendo così il riconoscimento formale di una zootecnia rispettosa delle diversità territoriali e attenta alle Razze autoctone.

Dobbiamo invece lavorare per la tutela della zootecnia valdostana, nella sua diversità ed eccezionalità. Per questo motivo, è mio proposito e obiettivo attivarmi sia nella difesa della stabulazione mista, frutto di una tradizione e di un adattamento secolare alle caratteristiche morfologiche del nostro territorio, che nella tutela della soglia relativa alla certificazione del benessere animale, affinché questa venga inserita direttamente nella programmazione europea 28/34.

Estremamente positivi, in questi due anni, sono stati il dialogo e la collaborazione con altre Regioni dell’arco alpino, un lavoro di concertazione serrato al fine di valorizzare il modello zootecnico montano, caratterizzato da aziende a conduzione familiare.

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