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Vendemmia e viticoltura in Valle d’Aosta

Sulle pendici ripide e scoscese e fra i filari eroici dei vigneti della nostra regione, in questi giorni, si rinnova l’antico gesto della vendemmia.

Le mani sapienti dei nostri vignaioli hanno iniziato a raccogliere i frutti di un anno di lavoro. Un rito agricolo, una tradizione, un momento di condivisione, ma anche un importante momento di valorizzazione dei nostri prodotti e delle peculiarità della nostra regione: in un’epoca segnata dalla globalizzazione e dalla standardizzazione dei prodotti, la viticoltura eroica valdostana rappresenta un baluardo di resistenza e un modello di sviluppo sostenibile.

 

Abbarbicati e aggrappati a terrazzamenti frutto appunto dell’eroico lavoro dei nostri avi, i vigneti della Valle d’Aosta sembrano sfidare la gravità, raccontando una storia di tenacia e di rispetto per il territorio. Qui la terra si lavora con passione, pazienza e dedizione, ma anche con una visione più ampia e consapevole, che contribuisce a mantenere vivo il paesaggio e a prevenire il dissesto idrogeologico.

 

La politica che ho portato avanti in Assessorato è stata orientata al riconoscimento e al sostegno di questo modello. Non solo aiuti economici o misure che hanno permesso l’impianto di nuovi ettari di vigneti, ma anche una visione strategica che vuole valorizzare la qualità, l’unicità e la sostenibilità dei nostri vini valdostani.

 

La scelta di mantenere e valorizzare queste pratiche ancestrali e manuali non è banale e rappresenta anche una risposta concreta alle sfide climatiche e sociali del nostro tempo, contribuendo inoltre a proteggere un patrimonio genetico unico e un’identità territoriale forte e vivace, che sa generare reddito e occupazione.

 

La viticoltura valdostana, con la sua attenzione ai vitigni autoctoni come il Prié Blanc, il Neyret, il Petit Rouge e il Fumin, è un esempio virtuoso di come tradizione e innovazione possano andare a braccetto e di come dietro ad ogni sorso e ad ogni bottiglia sia nasconda la storia non solo di un territorio ma di un lavoro di squadra e di sinergie che coinvolge anche le istituzioni.

 

Nel mio ruolo di Assessore non solo ho sostenuto il lavoro dei viticoltori valdostani, promosso dialogo e confronto grazie alla creazione di un tavolo vitivinicolo, al quale partecipano l’Assessorato, il Consorzio vini della Valle d’Aosta e lo IAR, ma anche lavorato ad un modello di semplificazione della burocrazia e ad un sistema di promozione che valorizzi la produzione vitivinicola valdostana: la storia di un territorio, di un clima estremo e della passione di chi continua a credere in un’agricoltura a misura d’uomo.

La promozione del settore vitivinicolo passa dalle numerose manifestazioni sul territorio, ma anche da quelle organizzate fuori dai confini regionali e, nei prossimi mesi, si esprimerà anche attraverso la manifestazione “Vins Extremes”, realizzata in collaborazione con il Cervim, il nostro organismo internazionale per la promozione e la salvaguardia della viticoltura eroica.

Quando beviamo un sorso di vino valdostano, il nostro gesto va ben oltre il goliardico brindisi… ma rappresenta una dichiarazione d’amore per un mondo agricolo che non si arrende alla globalizzazione, che cura il territorio e difende la propria identità.

 

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